Apprendere: una piacevole abitudine che dura tutta la vita

Da un articolo di John Coleman pubblicato sull'Harvard Business Review, una bella riflessione sull'apprendimento "per tutta la vita".

Stefano Cera

Luglio 1, 2023

Edmund Morris ha scritto due interessanti biografie sul Presidente americano Theodore Roosevelt (The Rise of Theodore Roosevelt e Theodore Rex) nel quale lo ha descritto come intellettualmente molto “vorace”, tanto (sembra) da essere capace di arrivare a leggere anche un libro al giorno.

In breve, il quadro che emerge dalle biografie di Morris è quello di un uomo che ha fatto dell’apprendimento una ragione di vita, una fonte di grande divertimento e di successo professionale. Abitudine che a molti di noi piacerebbe in qualche modo “emulare”, anche se, come messo in evidenza dall’Economist qualche tempo fa, le competenze sull’apprendimento si stanno via via perdendo negli adulti, soprattutto in seguito al massiccio uso della tecnologia che, se da una parte ci fa guadagnare in comodità e risparmio dei tempi dall’altra ci fa perdere in approfondimento e riflessione.

Apprendere divertendosi

Nonostante ciò, apprendere resta comunque un’attività molto divertente. Infatti, diventa una gioia (e una cosa molto sfidante) poter approfondire una nuova tematica ed ampliare lo spettro delle proprie conoscenze. Tuttavia, soprattutto se parliamo a livello generale, questo tipo di apprendimento resta ancora soltanto una scelta e non è frutto dell’acquisizione di un’abitudine consolidata. Per questo richiede un impegno continuo.

Definire gli obiettivi di apprendimento

E per fare questo è opportuno definire gli obiettivi di apprendimento che vogliamo raggiungere. In particolare, quale direzione deve prendere il nostro approfondimento e come vogliamo farlo? Inoltre, approfondiamo qualcosa solo per avere conversazioni più stimolanti, oppure, per diventare veri e propri esperti in qualcosa? Definire questi aspetti iniziali aiuta anche a comprendere quale tipo di impegno richiediamo a noi stessi e che ritmo vogliamo dare al nostro lavoro.

Poi, è opportuno stabilire obiettivi che siano realistici, come ad es. stabilire il numero di libri che si vuole leggere ogni anno ed al tempo da dedicare ogni giorno all’apprendimento. Per aiutarci, possiamo anche utilizzare delle specifiche app (come ad es. momentum), che permettono di monitorare le attività per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Solo in questo modo trasformeremo quelli che sono semplici desideri in una meta da raggiungere attraverso una pianificazione di azioni precisa e strutturata. L’apprendimento così, oltre che una scelta, diventa anche un progetto.

Condividere l’apprendimento

Una volta stabiliti gli obiettivi, è importante anche partecipare ad una comunità di sviluppo dell’apprendimento su determinati settori. In questa “comunità di pratica” sarà possibile confrontarsi con colleghi, esperti e, più in generale, appassionati di un certo argomento e questo scambio, questo confronto, permetterà di aumentare le nostre conoscenze su uno specifico argomento, l’impegno di noi stessi verso questo e rendere l’attività dell’apprendere molto più piacevole e “social”.

Più ti distrai, meno apprendi

Ancora, focalizzarsi sugli obiettivi significa anche ridurre le fonti di distrazione. Infatti, se è vero che apprendere è divertente lo è altrettanto il fatto che richiede comunque un duro lavoro. Per questo, quando siamo in fase di apprendimento, è opportuno mettere da parte tutti quegli strumenti tecnologici (ad es. cellulari) che rappresentano comunque una fonte di distrazione (attraverso Facebook, Instagram, WhatsApp, tanto per fare qualche esempio). Inoltre, è opportuno rimanere in concentrazione e definire spazi “tranquilli” da dedicare a questa attività (che sia la partecipazione ad un seminario, la lettura di un libro o la visione di un film, ecc.). Concentrarsi in quello che stiamo facendo per sfruttare i benefici del “qui ed ora”.

La tecnologia è utile

Infine, quando è possibile, è opportuno utilizzare il vasto campionario di strumenti che mette a disposizione la tecnologia. Infatti, se -come abbiamo visto- da una parte essa può essere una fonte di distrazione, dall’altra offre comunque tante soluzioni per l’auto-apprendimento e come strumento di rinforzo alla formazione. Ad es. attraverso i c.d. MOOC (Massive Open Online Courses), che permettono a studenti che vivono in tutte le parti del mondo di sentirsi come se facessero parte di una comunità ed apprendere gli uni dagli altri. Inoltre, i podcast, gli audiobook, gli e-book ecc. permettono di “avere un libro in mano” (sia pure virtuale) praticamente in ogni circostanza. Se integriamo questi strumenti (e sfruttiamo le enormi potenzialità che mettono a disposizione) possiamo davvero beneficiare di una “potenza di fuoco” non indifferente in sede di apprendimento.

Conclusioni

In chiusura, siamo tutti nati “naturalmente curiosi” e tutti abbiamo l’istinto ad apprendere. Tuttavia, le esigenze (professionali e personali) della nostra vita ci fanno, talvolta, “abbassare il volume” di questa curiosità e di questo nostro istinto. Così, se lavoriamo per “recuperare” il tempo perduto ed acquisiamo una specifica abitudine ad apprendere (consolidata e coltivata) potremo ottenere grandi benefici sia sul piano personale che professionale.

Chissà, magari Roosevelt aveva ragione; focalizzare la propria vita sull’apprendimento può essere una straordinaria fonte di successo, anche soltanto per renderci persone migliori.

Fonte: Harvard Business Review

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